venerdì 17 luglio 2009
lunedì 21 luglio 2008
giovedì 15 novembre 2007
Sud Tirol, Tirol e Baviera 2007
I giorno
Partiamo da Trieste nel primo pomeriggio alla volta del Tirolo, la via più breve e veloce e via Carnia. Breve sosta caffè e poi prendiamo la statale che taglia Tolmezzo, il capoluogo della Carnia, ma dopo alcuni chilometri mi accorgo che invece di seguire le indicazioni del navigatore satellitare, di avere sbagliato strada una volta di troppo e anziché arrampicarci sul PloechenPass ed arrivare a Lienz, sto salendo verso Sappada, in Veneto.
Così facendo non ho allungato molto il viaggio in termini chilometrici , ma certamente in quelli di tempo. Arriviamo a San Candido-Innichen e svoltiamo a sx, in direzione Brunico, dove arriviamo, stufi di curve, oscurità e camion lanciati a tutta velocità, verso le 20.
Imbocchiamo l' autostrada in direzione nord e dopo aver acquistato la Vignette per l'autostrada scendiamo verso Innsbruck; dopo 30 mins siamo in albergo, stanza piccola, fronte stadio ( già pronto per €uro 2008 ), ma funzionale, accendiamo il laptop, scendo al distributiore automatico dove prendo bibite e tramezzini, ci guardiamo un film a nolo e a nanna.
2nd GIORNO
La mattina seguente di buon ora in giro per Innsbruck, prenotiamo una stanza in un albergo del centro storico e partiamo per la Germania, con sosta in un punto di ristoro sulla statale per il Fernpass. Arrivati a Schangau, caffè e via verso il castello di Neuschwainstein. Parcheggiamo l'auto e scopriamo che il parcheggiatore è italiano.
Pranziamo prima di prendere il calesse che ci porterà appena sotto le mura.
Il castello è davvero bello, colori, torri alte, la montagna e la foresta fanno da scenario.
L'interno è un eterna devozione a "L'anello dei Nibelungi" musicata e critta da Wagner, ma tratta dalla mitologia teutonica. Ampie sale finemente ( o talvolta spropositatamente ) arredate e dipinte, affascinante la sala del trono, ma il castello rimane comunque piuù bello all'esterno che all' interno.
Usciamo e scendiamo a valle a piedi addentrandoci talvolta nel fitto bosco, arrivati prendiamo l'auto e ci dirigiamo in direzione di Schwangau, una spesa in un piccolo supermarket e entriamo in paese dove ci fermeremo per una cena veloce ( sono le 18 ), prima di rientrare a Innsbruck dopo un paio d'oro di viagio..
Continua..
tsmagazine.net© 2005-2008 ( EUCD, 2001/29/CE ) All rights reserved.
Partiamo da Trieste nel primo pomeriggio alla volta del Tirolo, la via più breve e veloce e via Carnia. Breve sosta caffè e poi prendiamo la statale che taglia Tolmezzo, il capoluogo della Carnia, ma dopo alcuni chilometri mi accorgo che invece di seguire le indicazioni del navigatore satellitare, di avere sbagliato strada una volta di troppo e anziché arrampicarci sul PloechenPass ed arrivare a Lienz, sto salendo verso Sappada, in Veneto.
Così facendo non ho allungato molto il viaggio in termini chilometrici , ma certamente in quelli di tempo. Arriviamo a San Candido-Innichen e svoltiamo a sx, in direzione Brunico, dove arriviamo, stufi di curve, oscurità e camion lanciati a tutta velocità, verso le 20.
Imbocchiamo l' autostrada in direzione nord e dopo aver acquistato la Vignette per l'autostrada scendiamo verso Innsbruck; dopo 30 mins siamo in albergo, stanza piccola, fronte stadio ( già pronto per €uro 2008 ), ma funzionale, accendiamo il laptop, scendo al distributiore automatico dove prendo bibite e tramezzini, ci guardiamo un film a nolo e a nanna.
2nd GIORNO
La mattina seguente di buon ora in giro per Innsbruck, prenotiamo una stanza in un albergo del centro storico e partiamo per la Germania, con sosta in un punto di ristoro sulla statale per il Fernpass. Arrivati a Schangau, caffè e via verso il castello di Neuschwainstein. Parcheggiamo l'auto e scopriamo che il parcheggiatore è italiano.
Pranziamo prima di prendere il calesse che ci porterà appena sotto le mura.
Il castello è davvero bello, colori, torri alte, la montagna e la foresta fanno da scenario.
L'interno è un eterna devozione a "L'anello dei Nibelungi" musicata e critta da Wagner, ma tratta dalla mitologia teutonica. Ampie sale finemente ( o talvolta spropositatamente ) arredate e dipinte, affascinante la sala del trono, ma il castello rimane comunque piuù bello all'esterno che all' interno.
Usciamo e scendiamo a valle a piedi addentrandoci talvolta nel fitto bosco, arrivati prendiamo l'auto e ci dirigiamo in direzione di Schwangau, una spesa in un piccolo supermarket e entriamo in paese dove ci fermeremo per una cena veloce ( sono le 18 ), prima di rientrare a Innsbruck dopo un paio d'oro di viagio..
Continua..
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sabato 28 luglio 2007
Londra Capodanno 2006-07
Londra fa sempre un certo effetto al viaggiatore, sembra di essere a casa quando la conosci, sembra una città da scoprire pur avendone esplorato le vie più nascoste.
Questa volta abbiamo deciso che ci passiamo le ferie di fine anno e di Capodanno.
Volo low cost, con la solita compagnia, abbiamo deciso che la nostra meta sarebbe stata Londra solo 10 giorni prima di partire, è pertanto molto difficile trovare posti in un qualsiasi volo sia dall' aeroporto di Trieste in Venezia Giulia sia da un qualsiasi aeroporto in Veneto, allora abbiamo ripiegato per partire dalla vicina Klagenfurt.
Viaggio di andata in auto attraverso la Slovenia via Lubiana e valichiamo passo"Loibl" per arrivare in Carinzia. Max si perde un pò alla ricerca dell' aeroporto, ci sono pochissime indicazioni arrivando dalla Slovenia, mentre se fossimo arrivati da Villach bastava uscire dall' autostrada e seguire l'indicazione. Nessun problema, viaggiare per noi spesso significa avventura.
Flughafen Klagenfurt, siamo arrivati a destinazione, parcheggio proprio di fronte all'ingresso l'auto, e si paga in anticipo la settimana di sosta; l'aeroporto è piccolo ma carino e funzionale, la facciata sulla strada da l'impressione che in fase progettuale abbiano cercato di aver il minimo impatto sia ambientale che visivo. Sono le 19:00, ci imbarchiamo quasi subito e dopo le canoniche due ore di volo siamoin Inghilterra, ma prima di scendere acquistiamo i biglietti del treno espresso che ci porterà al centro di Londra, poi un paio di fermate di metropolitana e siamo a King's Cross and St Pancreas e andiamo al nostro albergo.
Lo standard degli alberghi inglesi è decisamente diverso dal nostro, se si cercano gli agi di un *** italiano bisogna cercare un categoria lusso anglosassone.
"Step by step" (su per un numero imprecisato di scalini) arriviamo in terzo piano, in una stanza a tre letti degna di un ostello , ma pazienza è solo per stanotte. La stanza non ha il bagno e bisogna andare nei servizi in corridoio, per Max e Franz alcun problema ma per Ro.. si sa che le donne sono più esigenti..
Si esce per una birra di rito e poi a nanna, è mezzanotte.
La mattina ci danno notizia che al nostro rientro avremmo trovato i bagag lidirettamente nella nostra stanza, dall' altro lato dell' albergo al I piano, bagno in camera, carina..
Bene, partiamo coi nostri soliti giretti londinesi , praticamente torneremo in albergo la sera tardi. Piccadilly, Totteham, ecc in giro a piedi per negozi e birrerie : Max sempre a caccia di sottobicchieri per la collezione internazionale, e poi la birra inglese.. che dire le ales piacciono proprio. Talvolta per pranzare abbiamo acquistato tramezzini nei supermercati, una soluzione economica e gustosa, e a cena un paio di volte siamo andati in zona Oxford street, in un ristorante tailandese, affatto male il cibo, prezzo proporzionale al cibo, tanta cortesia e disponibilità.
Franz fa 'il pieno' di riso, veramente gustoso! L' ultimo dell'anno abbiamo pensato di fare un giretto con il vaporetto lungo il Tamigi:i mmersione totale nel cuore di una Londra inedita, vista da un'incantevole e suggestiva visuale. Forte vento a poppa, dove si sono appostati Max e Franz perscattare foto e fare filmati, mentre Ro è restata sottocoperta, a prua, da dove sigodeva comunque di un buon paronama. A parte un gruppetto di connazionali molto rumorosi, che si sono piazzati proprio davanti, tra urli, mugolii e commenti ad altavoce, con le mani attaccate al vetro. Al ritorno, dopo poco più di mezz'ora, siamo scesi a terra felici della nuova esperienza! Alla sera, un pò elettrizzati dall'idea di festeggiare il Capodanno a Londra, eravamo di nuovo in riva al Tamigi, vicino all'ambasciata americana : sui palazzi di fronte a noi venivano continuamente proiettati visi di bambini di tutti i Paesi del mondo, la London eye era tutta colorata e in sottofondo musica da intrattenimento ( pop, dance, ambient, indie ecc), moltissima gente accorreva continuamente.
Faceva davvero freddo e alle 23:00 abbiamo deciso di tornare in albergo con la nostra bottiglia di spumante. Taxi zero, fino alle 02:00 non circolano. E così, attraversando a piedi la città, e siamo tornati all' albergo, ma la mezzanotte ci ha trovati ancora lontani ,dov'è il problema ? Cheers ! Auguri ! Vuoi mettere festeggiarlo a Londra!!
Anche in strada va bene, basta essere qui.Ah! Chicca finale: lungo il tragitto di ritorno all'albergo, in una limousine rosa, dal finestrino è sbucato George Clooney. Potenza della Metropoli!Capodanno, cosa facciamo ?
A Trieste il Capodanno è sinonimo di pranzi in famiglia, cinema e shopping, invece qui prediligiamo una visita al British Museum. Metropolitana e arriviamo al museo : edificio in stile Vittoriano ( ?), ingresso gratuito ma bisogna sottoporsi a un controllo anti-taccheggio, anti-terrorismo, alias ci fanno aprire tutte le borse e gli zaini. A darci il benvenuto c'è lo scheletro di un enorme dinosauro lungo una decina dimetri e alto almeno cinque; nell' atrio fossili ( scheletri e pietre) ad ambo i lati, dove cominciano corridoi in cui varie discipline scientifiche sono spiegate in modo intuitivo e semplice.
Al piano superiore un settore dedicato a sir Darwin e le sue scimmie, e una sezione fossile di un albero, dal diametro di alcuni ,metri troneggia nell'austero sottotetto. Scienza e Storia si fondono snodandosi nei corridoi, per una visita che può durare alcune e svariate ore di cultura come difficilmente altrove. A fianco del museo c'è il museo della tecnologia, altra immersione nella scienza e nella Storia : aerei, moduli lunari, sezioni di missili, automobili, motociclette ecc, tutta la tecnologia e l'ingegno umano si fanno ammirare.
Ai piani superiori unasezione dedicata ai quattro elementi che caratterizzano il mondo come lo conosciamo :Aria, Acqua, Terra e Fuoco, oltre a una sezione dedicata all' impatto dell' uomo sull' ambiente e sull' inquinamento. In queste sezioni i più piccoli, e non solo, possono provare in riproduzioni meccaniche, come gli elementi plasmano il Pianeta.
Uscendo prima di incamminarci nel lungo tunnel rosso verso la metro, notiamo la presenza, di fronte a uno degli ingressi del Museo delle Scienze e della Tecnologia, del Tempio della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni, incuriositi per la sua, seppur essenziale, austerità e il pinnacolo che eleva verso il cielo l'angeloMoroni.
Tante volte a Londra, ma mai nessuno di noi si era avventurato per i cunicoli di Camden Market, a Camden Town, dove arriviamo con l'immancabile metropolitana.Uscendo notiamo le raccomandazioni delle autorità alla possibilità di essere oggettodi borseggi e/o rapine, ma ci eravamo già adeguati prima di uscire dall' albergo. Camden market è una terra di nessuno dove decine e decine di bancarelle vendono coloratissime magliette e altro abbigliamento, cincaglierie che fanno la felicitàdelle donzelle e decine di negozi delle più assurde scarpe.
Noto i palazzi decorati molto azzeccati gli abbinamenti cromatici, da parte dei graffitari, che non infastidiscono, anzi richiamano l'attenzione, qua è la l'impulso ad osservare è accentuato da neon strategicamente collocati.
Arriviamo a Camden docks, la zona dei canali, dove riposano per l' inverno una sorta di vaporetti di legno, i palazzi affacciati sui canali sono tutti in mattone, grigi mattoni come solo a Londra se ne possono trovare. Tornando verso la metro, un paio dipoliziotti in borghese rincorrono un ragazzo di colore fino a placcarlo e ammanettarlo. Passeggiata per Soho, nei numerosi negozi di dischi, qui si possono trovare le rarità delle band più celebri, dei bootleg o le opere uniche di cantautori o band che dal mondo della musica sono stati schiacciati o fagocitati.
Il negozio che più ci attira è un negozio di feticci del passato, dove sui scaffali abbiamo trovato sprazzi di giovinezza già dimenticata . La sera cala e decine di poliziotti a coppie, sia in divisa che in borghese controllano la zona a causa di episodi di criminalità avvenuti troppo spessa nell'area e consegnano alla gente un volantino con dei consigli per la prevenzione. Percorrendo Soho arriviamo a Chinatown nelle cui vetrine si possono vedere le cose più assurde, difficile da osservare per i nostri stomaci o bellissimi ventagli in carta decorati a mano; diversi dai negozi della comunità cinese a cui siamo abituati in Italia : qui in Inghilterra pur mantenendo una forte personalità, la comunità cinese, come altre, è integrata nel tessuto sociale britannico originario.
Max mi regala un bellissimo grande ventaglio con cui ho subito 'decorato' la camera da letto. Siamo a Piccadilly Circus, illuminata a giorno dalle luminarie pubblicitarie a tuttafacciata, la fontana non è ancora stata totalmente restaurata e dalla struttura lignea di protezione spunta solo l'angelo; mentre Franz entra nel suo fast food prediletto per acquistare il suo hamburger senza formaggio, senza cipolla, senza salse, noi prendiamo due hot dogs dall' ambulante in mezzo alla piazza, a mio parere, tra i più buoni d'Inghilterra.
Entriamo da Lillywhites per gli acquisti di rito : scarpe e abbigliamento sportivi di ottima qualità a prezzi nettamente inferiori a quelli che si possono trovare inItalia, e soprattutto confronto ai prezzi cari della nostra Trieste.
Acquistiamo talmente tanta roba, che dobbiamo acquistare pure due valigie di grandi dimensioni per contenere souvenirs e acquisti vari.Nell' area di Oxford street si possono trovare dei locali davvero unici, come il pub in puro stile Dark, tutto addobbato come una chiesa gotica, o come un cimitero ;atmosfera horror-dark ben riuscita, ottime bevande, dai nomi "brrrr che spavento".
Ogni volta che veniamo a Londra, mi accorgo che pur conoscendola, c'è sempre un momento in cui riesce ad affascinarmi, a meravigliarmi.
Sarà forse l'ordine che qui forse solo in apparenza, regola la quotidianità di ognuno, o la consapevolezza invece, che qui vengono incentivate e premiate le individualità, le capacità delsingolo. Qui l' individualità e sia apprezzata che rispettata difficile vedere un inglese voltarsi perché accanto gli è passata una ragazza con un abbinamento tipo : minigonna fucsia e capelli verdi, o un punk dalla cresta multicolore.
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Questa volta abbiamo deciso che ci passiamo le ferie di fine anno e di Capodanno.
Volo low cost, con la solita compagnia, abbiamo deciso che la nostra meta sarebbe stata Londra solo 10 giorni prima di partire, è pertanto molto difficile trovare posti in un qualsiasi volo sia dall' aeroporto di Trieste in Venezia Giulia sia da un qualsiasi aeroporto in Veneto, allora abbiamo ripiegato per partire dalla vicina Klagenfurt.
Viaggio di andata in auto attraverso la Slovenia via Lubiana e valichiamo passo"Loibl" per arrivare in Carinzia. Max si perde un pò alla ricerca dell' aeroporto, ci sono pochissime indicazioni arrivando dalla Slovenia, mentre se fossimo arrivati da Villach bastava uscire dall' autostrada e seguire l'indicazione. Nessun problema, viaggiare per noi spesso significa avventura.
Flughafen Klagenfurt, siamo arrivati a destinazione, parcheggio proprio di fronte all'ingresso l'auto, e si paga in anticipo la settimana di sosta; l'aeroporto è piccolo ma carino e funzionale, la facciata sulla strada da l'impressione che in fase progettuale abbiano cercato di aver il minimo impatto sia ambientale che visivo. Sono le 19:00, ci imbarchiamo quasi subito e dopo le canoniche due ore di volo siamoin Inghilterra, ma prima di scendere acquistiamo i biglietti del treno espresso che ci porterà al centro di Londra, poi un paio di fermate di metropolitana e siamo a King's Cross and St Pancreas e andiamo al nostro albergo.
Lo standard degli alberghi inglesi è decisamente diverso dal nostro, se si cercano gli agi di un *** italiano bisogna cercare un categoria lusso anglosassone.
"Step by step" (su per un numero imprecisato di scalini) arriviamo in terzo piano, in una stanza a tre letti degna di un ostello , ma pazienza è solo per stanotte. La stanza non ha il bagno e bisogna andare nei servizi in corridoio, per Max e Franz alcun problema ma per Ro.. si sa che le donne sono più esigenti..
Si esce per una birra di rito e poi a nanna, è mezzanotte.
La mattina ci danno notizia che al nostro rientro avremmo trovato i bagag lidirettamente nella nostra stanza, dall' altro lato dell' albergo al I piano, bagno in camera, carina..
Bene, partiamo coi nostri soliti giretti londinesi , praticamente torneremo in albergo la sera tardi. Piccadilly, Totteham, ecc in giro a piedi per negozi e birrerie : Max sempre a caccia di sottobicchieri per la collezione internazionale, e poi la birra inglese.. che dire le ales piacciono proprio. Talvolta per pranzare abbiamo acquistato tramezzini nei supermercati, una soluzione economica e gustosa, e a cena un paio di volte siamo andati in zona Oxford street, in un ristorante tailandese, affatto male il cibo, prezzo proporzionale al cibo, tanta cortesia e disponibilità.
Franz fa 'il pieno' di riso, veramente gustoso! L' ultimo dell'anno abbiamo pensato di fare un giretto con il vaporetto lungo il Tamigi:i mmersione totale nel cuore di una Londra inedita, vista da un'incantevole e suggestiva visuale. Forte vento a poppa, dove si sono appostati Max e Franz perscattare foto e fare filmati, mentre Ro è restata sottocoperta, a prua, da dove sigodeva comunque di un buon paronama. A parte un gruppetto di connazionali molto rumorosi, che si sono piazzati proprio davanti, tra urli, mugolii e commenti ad altavoce, con le mani attaccate al vetro. Al ritorno, dopo poco più di mezz'ora, siamo scesi a terra felici della nuova esperienza! Alla sera, un pò elettrizzati dall'idea di festeggiare il Capodanno a Londra, eravamo di nuovo in riva al Tamigi, vicino all'ambasciata americana : sui palazzi di fronte a noi venivano continuamente proiettati visi di bambini di tutti i Paesi del mondo, la London eye era tutta colorata e in sottofondo musica da intrattenimento ( pop, dance, ambient, indie ecc), moltissima gente accorreva continuamente.
Faceva davvero freddo e alle 23:00 abbiamo deciso di tornare in albergo con la nostra bottiglia di spumante. Taxi zero, fino alle 02:00 non circolano. E così, attraversando a piedi la città, e siamo tornati all' albergo, ma la mezzanotte ci ha trovati ancora lontani ,dov'è il problema ? Cheers ! Auguri ! Vuoi mettere festeggiarlo a Londra!!
Anche in strada va bene, basta essere qui.Ah! Chicca finale: lungo il tragitto di ritorno all'albergo, in una limousine rosa, dal finestrino è sbucato George Clooney. Potenza della Metropoli!Capodanno, cosa facciamo ?
A Trieste il Capodanno è sinonimo di pranzi in famiglia, cinema e shopping, invece qui prediligiamo una visita al British Museum. Metropolitana e arriviamo al museo : edificio in stile Vittoriano ( ?), ingresso gratuito ma bisogna sottoporsi a un controllo anti-taccheggio, anti-terrorismo, alias ci fanno aprire tutte le borse e gli zaini. A darci il benvenuto c'è lo scheletro di un enorme dinosauro lungo una decina dimetri e alto almeno cinque; nell' atrio fossili ( scheletri e pietre) ad ambo i lati, dove cominciano corridoi in cui varie discipline scientifiche sono spiegate in modo intuitivo e semplice.
Al piano superiore un settore dedicato a sir Darwin e le sue scimmie, e una sezione fossile di un albero, dal diametro di alcuni ,metri troneggia nell'austero sottotetto. Scienza e Storia si fondono snodandosi nei corridoi, per una visita che può durare alcune e svariate ore di cultura come difficilmente altrove. A fianco del museo c'è il museo della tecnologia, altra immersione nella scienza e nella Storia : aerei, moduli lunari, sezioni di missili, automobili, motociclette ecc, tutta la tecnologia e l'ingegno umano si fanno ammirare.
Ai piani superiori unasezione dedicata ai quattro elementi che caratterizzano il mondo come lo conosciamo :Aria, Acqua, Terra e Fuoco, oltre a una sezione dedicata all' impatto dell' uomo sull' ambiente e sull' inquinamento. In queste sezioni i più piccoli, e non solo, possono provare in riproduzioni meccaniche, come gli elementi plasmano il Pianeta.
Uscendo prima di incamminarci nel lungo tunnel rosso verso la metro, notiamo la presenza, di fronte a uno degli ingressi del Museo delle Scienze e della Tecnologia, del Tempio della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni, incuriositi per la sua, seppur essenziale, austerità e il pinnacolo che eleva verso il cielo l'angeloMoroni.
Tante volte a Londra, ma mai nessuno di noi si era avventurato per i cunicoli di Camden Market, a Camden Town, dove arriviamo con l'immancabile metropolitana.Uscendo notiamo le raccomandazioni delle autorità alla possibilità di essere oggettodi borseggi e/o rapine, ma ci eravamo già adeguati prima di uscire dall' albergo. Camden market è una terra di nessuno dove decine e decine di bancarelle vendono coloratissime magliette e altro abbigliamento, cincaglierie che fanno la felicitàdelle donzelle e decine di negozi delle più assurde scarpe.
Noto i palazzi decorati molto azzeccati gli abbinamenti cromatici, da parte dei graffitari, che non infastidiscono, anzi richiamano l'attenzione, qua è la l'impulso ad osservare è accentuato da neon strategicamente collocati.
Arriviamo a Camden docks, la zona dei canali, dove riposano per l' inverno una sorta di vaporetti di legno, i palazzi affacciati sui canali sono tutti in mattone, grigi mattoni come solo a Londra se ne possono trovare. Tornando verso la metro, un paio dipoliziotti in borghese rincorrono un ragazzo di colore fino a placcarlo e ammanettarlo. Passeggiata per Soho, nei numerosi negozi di dischi, qui si possono trovare le rarità delle band più celebri, dei bootleg o le opere uniche di cantautori o band che dal mondo della musica sono stati schiacciati o fagocitati.
Il negozio che più ci attira è un negozio di feticci del passato, dove sui scaffali abbiamo trovato sprazzi di giovinezza già dimenticata . La sera cala e decine di poliziotti a coppie, sia in divisa che in borghese controllano la zona a causa di episodi di criminalità avvenuti troppo spessa nell'area e consegnano alla gente un volantino con dei consigli per la prevenzione. Percorrendo Soho arriviamo a Chinatown nelle cui vetrine si possono vedere le cose più assurde, difficile da osservare per i nostri stomaci o bellissimi ventagli in carta decorati a mano; diversi dai negozi della comunità cinese a cui siamo abituati in Italia : qui in Inghilterra pur mantenendo una forte personalità, la comunità cinese, come altre, è integrata nel tessuto sociale britannico originario.
Max mi regala un bellissimo grande ventaglio con cui ho subito 'decorato' la camera da letto. Siamo a Piccadilly Circus, illuminata a giorno dalle luminarie pubblicitarie a tuttafacciata, la fontana non è ancora stata totalmente restaurata e dalla struttura lignea di protezione spunta solo l'angelo; mentre Franz entra nel suo fast food prediletto per acquistare il suo hamburger senza formaggio, senza cipolla, senza salse, noi prendiamo due hot dogs dall' ambulante in mezzo alla piazza, a mio parere, tra i più buoni d'Inghilterra.
Entriamo da Lillywhites per gli acquisti di rito : scarpe e abbigliamento sportivi di ottima qualità a prezzi nettamente inferiori a quelli che si possono trovare inItalia, e soprattutto confronto ai prezzi cari della nostra Trieste.
Acquistiamo talmente tanta roba, che dobbiamo acquistare pure due valigie di grandi dimensioni per contenere souvenirs e acquisti vari.Nell' area di Oxford street si possono trovare dei locali davvero unici, come il pub in puro stile Dark, tutto addobbato come una chiesa gotica, o come un cimitero ;atmosfera horror-dark ben riuscita, ottime bevande, dai nomi "brrrr che spavento".
Ogni volta che veniamo a Londra, mi accorgo che pur conoscendola, c'è sempre un momento in cui riesce ad affascinarmi, a meravigliarmi.
Sarà forse l'ordine che qui forse solo in apparenza, regola la quotidianità di ognuno, o la consapevolezza invece, che qui vengono incentivate e premiate le individualità, le capacità delsingolo. Qui l' individualità e sia apprezzata che rispettata difficile vedere un inglese voltarsi perché accanto gli è passata una ragazza con un abbinamento tipo : minigonna fucsia e capelli verdi, o un punk dalla cresta multicolore.
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sabato 21 luglio 2007
Dolomiti e oltre..
Come tutte le nostre vacanze, anche questa escursione in montagna nel mese di luglio, anche se per pochi giorni, è stata viva e intensa…
La prima tappa, ci ha regalato belle emozioni: arrivare sullo Stelvio, a 2760 metri sul livello del mare, con la nostra ‘prode’ peugeottina, ci ha fatto pensare quanto sia meraviglioso guardare il mondo dall’alto. Per strada, gruppi di motociclisti sfrecciavano su per i pendii affrontando tornanti e curve a precipizio..e che strada! A guardarla sembra il nastro ‘a zig zag’ di un bel pacchetto regalo, il cui fiocco stà..in cima!
Uno spettacolo lo scenario naturale, dalle verdi vallate alle vette innevate che ti danno un senso di solitudine e di pulizia..L’aria fredda (di notte aveva nevicato! ) in piena estate ti fa capire che la montagna non guarda in faccia a nessuno ed è impietosa.
Muovendoci tra negozi di souvenir e facendo slalom tra le numerose moto posteggiate di centauri che arrivano da tutte le parti (Germania, Finlandia ecc) dell’Europa per affrontare un passo alpino avventuroso, tutto curve e tornanti, succulento per i viaggiatori delle due ruote, torniamo verso valle, superando anche vari camper di viaggiatori e salutando pure le mucche che si godono l’aria pura e i verdi prati ruminando tutto il giorno!
Dormiamo a Trafoi, sotto lo Stelvio, in una pensioncina modesta ma funzionale, dove di sera ci godiamo un lauto pasto e poi a nanna nei piumoni.
La notte è fresca, di giorno, invece, il termometro segna max 22°!
Si sta benissimo! Decidiamo di fare una puntatina anche a Livigno, dove, allettati dal regime extradoganale, compriamo generi alimentari a prezzi convenientissimi: imperdibile la bresaola della Valtellina, la polenta Lavagna (con il cervo è sublime!) e il formaggio Taleggio (puzza un po’, ma vale la pena).
Qui, anche d’estate non mancano le zone ricreative: le piste di sci diventano piste per gommoni da cui puoi scendere a valle al grido di Yabadabaduuuuu! Franz si è divertito un mondo! Peccato che gli adulti non possano accedervi. Ma almeno qui sanno proporre cose semplici e divertenti sfruttando le cose che già possiedono e per nulla invasive nella natura.
La Svizzera è a pochi chilometri e così puntiamo in direzione di Sankt Moritz.
Un posto incantevole ( per Rox), tranquillo, mitigato da un grande lago e da una bella passeggiata, dove ti muovi tra stradine pittoresche e vetrine di negozi che espongono prezzi da capogiro (non meno di 1.000 €) per qualsiasi articolo! Proibitivo! Anche se le pasticcerie sono una forte tentazione: pasticcini decorati e cioccolate di ogni tipo ti obbligano, se non altro, ad entrare per ammirare!
Nei bar ti danno il resto in franchi e ti senti dire “qui siamo in Svizzera, paghi in euro, ma noi ti diamo i franchi!” Max e Franz vogliono andarsene al piu’ presto, a loro Sankt Moritz non piace per niente.
Per dire il vero, anche se la cittadina è graziosa, il breve soggiorno un po’ meno: toccata e fuga! Al ritorno, affidandoci come sempre al prezioso navigatore satellitare, per tornare in Italia prendiamo la strada verso il Passo Umbraill: inizialmente il percorso è molto suggestivo : curve, tornanti poi, in mezzo ad alberi altissimi, diventano sempre piu’ numerosi man mano che si sale, finchè, dopo circa venti minuti ci ritroviamo in mezzo ad una valle ghiaiosa e quasi minacciosa, dove ha inizio un pezzo di sterrata che si inerpica su per una strada sconnessa e senza alcun tipo di protezione.
Max e la peugeottina procedono con disinvoltura e sicurezza, ma… per un bel pezzo, restiamo senza parole: il paesaggio è affascinante, ma niente parapetti! E ci stiamo inerpicando sempre piu’ in alto! Finchè, dopo attimi di nervosismo e di tensione, perché non eravamo certi di dove saremmo sbucati, eccoci arrivati al confine, nei pressi dello Stelvio! In quel momento la vista della montagna ci rassicura e ci dà un senso di liberazione da una specie di incubo. In pratica, invece di portarci per la strada a valle, il navigatore ci ha fatto intraprendere il percorso ‘piu’ breve’ secondo lui! Ma non certo il piu’ veloce.
Un’esperienza che ci ha regalato qualche brivido di emozione e che ci ha fatto capire che oltre all'apparente efficienza, agli svizzeri non importa della manutenzione e sicurezza delle strade. Meglio affrontare le strade di casa nostra! Ci resta il tempo anche per fare qualche passeggiata vicino al torrente impetuoso che scorre vicino alla pensioncina: il rumore dell’acqua che scorre è così assordante che si sente anche di notte!
Ci lasciamo affascinare dalle moltissime pietre che si trovano tutte attorno e in acqua, dalle forme piu’ bizzarre e strane, con i colori e le caratteristiche tipiche delle pietre dolomitiche: praticamente ce ne andiamo con le mani tutte occupate da quei preziosi souvenir ( che dopo accurata pulizia e bollitura, finiranno nei ns acquari.
Ancora un bel, carissimo ricordo delle splendide Dolomiti.
Veniamo poi a sapere che da quelle parti si aggira un orso chiamato “Gigi 3°”. E li attorno sono lievemente preoccupati! Pare che uno sia stato catturato poco tempo fa e portato nel Parco dell’Adamello.
Ma se lo incontri, che fai? Scappi in discesa o ti distendi a terra?
Forse, è meglio non avere questo piacere!
Rofi
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La prima tappa, ci ha regalato belle emozioni: arrivare sullo Stelvio, a 2760 metri sul livello del mare, con la nostra ‘prode’ peugeottina, ci ha fatto pensare quanto sia meraviglioso guardare il mondo dall’alto. Per strada, gruppi di motociclisti sfrecciavano su per i pendii affrontando tornanti e curve a precipizio..e che strada! A guardarla sembra il nastro ‘a zig zag’ di un bel pacchetto regalo, il cui fiocco stà..in cima!
Uno spettacolo lo scenario naturale, dalle verdi vallate alle vette innevate che ti danno un senso di solitudine e di pulizia..L’aria fredda (di notte aveva nevicato! ) in piena estate ti fa capire che la montagna non guarda in faccia a nessuno ed è impietosa.
Muovendoci tra negozi di souvenir e facendo slalom tra le numerose moto posteggiate di centauri che arrivano da tutte le parti (Germania, Finlandia ecc) dell’Europa per affrontare un passo alpino avventuroso, tutto curve e tornanti, succulento per i viaggiatori delle due ruote, torniamo verso valle, superando anche vari camper di viaggiatori e salutando pure le mucche che si godono l’aria pura e i verdi prati ruminando tutto il giorno!
Dormiamo a Trafoi, sotto lo Stelvio, in una pensioncina modesta ma funzionale, dove di sera ci godiamo un lauto pasto e poi a nanna nei piumoni.
La notte è fresca, di giorno, invece, il termometro segna max 22°!
Si sta benissimo! Decidiamo di fare una puntatina anche a Livigno, dove, allettati dal regime extradoganale, compriamo generi alimentari a prezzi convenientissimi: imperdibile la bresaola della Valtellina, la polenta Lavagna (con il cervo è sublime!) e il formaggio Taleggio (puzza un po’, ma vale la pena).
Qui, anche d’estate non mancano le zone ricreative: le piste di sci diventano piste per gommoni da cui puoi scendere a valle al grido di Yabadabaduuuuu! Franz si è divertito un mondo! Peccato che gli adulti non possano accedervi. Ma almeno qui sanno proporre cose semplici e divertenti sfruttando le cose che già possiedono e per nulla invasive nella natura.
La Svizzera è a pochi chilometri e così puntiamo in direzione di Sankt Moritz.
Un posto incantevole ( per Rox), tranquillo, mitigato da un grande lago e da una bella passeggiata, dove ti muovi tra stradine pittoresche e vetrine di negozi che espongono prezzi da capogiro (non meno di 1.000 €) per qualsiasi articolo! Proibitivo! Anche se le pasticcerie sono una forte tentazione: pasticcini decorati e cioccolate di ogni tipo ti obbligano, se non altro, ad entrare per ammirare!
Nei bar ti danno il resto in franchi e ti senti dire “qui siamo in Svizzera, paghi in euro, ma noi ti diamo i franchi!” Max e Franz vogliono andarsene al piu’ presto, a loro Sankt Moritz non piace per niente.
Per dire il vero, anche se la cittadina è graziosa, il breve soggiorno un po’ meno: toccata e fuga! Al ritorno, affidandoci come sempre al prezioso navigatore satellitare, per tornare in Italia prendiamo la strada verso il Passo Umbraill: inizialmente il percorso è molto suggestivo : curve, tornanti poi, in mezzo ad alberi altissimi, diventano sempre piu’ numerosi man mano che si sale, finchè, dopo circa venti minuti ci ritroviamo in mezzo ad una valle ghiaiosa e quasi minacciosa, dove ha inizio un pezzo di sterrata che si inerpica su per una strada sconnessa e senza alcun tipo di protezione.
Max e la peugeottina procedono con disinvoltura e sicurezza, ma… per un bel pezzo, restiamo senza parole: il paesaggio è affascinante, ma niente parapetti! E ci stiamo inerpicando sempre piu’ in alto! Finchè, dopo attimi di nervosismo e di tensione, perché non eravamo certi di dove saremmo sbucati, eccoci arrivati al confine, nei pressi dello Stelvio! In quel momento la vista della montagna ci rassicura e ci dà un senso di liberazione da una specie di incubo. In pratica, invece di portarci per la strada a valle, il navigatore ci ha fatto intraprendere il percorso ‘piu’ breve’ secondo lui! Ma non certo il piu’ veloce.
Un’esperienza che ci ha regalato qualche brivido di emozione e che ci ha fatto capire che oltre all'apparente efficienza, agli svizzeri non importa della manutenzione e sicurezza delle strade. Meglio affrontare le strade di casa nostra! Ci resta il tempo anche per fare qualche passeggiata vicino al torrente impetuoso che scorre vicino alla pensioncina: il rumore dell’acqua che scorre è così assordante che si sente anche di notte!
Ci lasciamo affascinare dalle moltissime pietre che si trovano tutte attorno e in acqua, dalle forme piu’ bizzarre e strane, con i colori e le caratteristiche tipiche delle pietre dolomitiche: praticamente ce ne andiamo con le mani tutte occupate da quei preziosi souvenir ( che dopo accurata pulizia e bollitura, finiranno nei ns acquari.
Ancora un bel, carissimo ricordo delle splendide Dolomiti.
Veniamo poi a sapere che da quelle parti si aggira un orso chiamato “Gigi 3°”. E li attorno sono lievemente preoccupati! Pare che uno sia stato catturato poco tempo fa e portato nel Parco dell’Adamello.
Ma se lo incontri, che fai? Scappi in discesa o ti distendi a terra?
Forse, è meglio non avere questo piacere!
Rofi
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mercoledì 4 luglio 2007
Irlanda Centrale
Irlanda..
Quando arrivammo nel Connemara, il mio cuore e la mia mente vennero appagati dai paesaggi stupendi: dal verde più intenso al verde smeraldo, un gioco di sfumature cambiava a seconda della vegetazione. Cespugli e distese erbose che si perdevano in direzione del mare. Il freddo mare d'Irlanda che rifletteva la luce vivida del cielo cangiante...nuvole ondeggianti e bizzarre che si rincorrevano da una collina all'altra per sparire poi all'orizzonte e noi Max, Franz ed io che guardavamo le scogliere a picco, alle 6:00 di un mattino freddo, a sfidare il vento che sferzava a tratti l'erba alta e rigogliosa della piana che portava direttamente al mare, attraverso un piccolo sentiero segnato dai passi dell'uomo, rara presenza di quei luoghi dove la natura e la sua forza dirompente sovrasta tutto e segna il tuo cammino.
Qua e là poco lontano, mucche pezzate e pecore dal muso nero ci facevano comprendere che non eravamo soli, le poche case nei dintorni, piccole ma dall'aspetto curato e confortevole facevano immaginare la gelosa intimità delle famiglie che coraggiosamente vivevano così isolate dal resto mondo. Camminando per una stradina che conduceva a una piccola baia dove si scorgevano imbarcazioni di pescatori e qualche barca a vela, riuscimmo a intravedere un saluto affettuoso di un marito che salutava la moglie sulla soglia di casa e un gatto grigio, uno dei pochi visti in Irlanda, che si divertiva a cacciare un topo.
Al termine della passeggiata, tornammo nel giardino della nostra casa-vacanza per scaldarci (nonostante fossimo in estate!) con una buona e abbondante colazione all' irlandese, ma prima ci intrattenemmo ancora una volta con Lady, il cane collie giocherellone che si faceva rincorrere tenendo in bocca un grande cerchio che dovevi cercare di portargli via. Ci seguiva sempre e Franz correva con lei nella campagna, verso la scogliera, confondendosi tra l'erba alta.
Giornate indimenticabili, che ci hanno fatto "sentire" lo spirito irlandese e ci hanno regalato emozioni fino a tarda sera. Sì, perchè qui, fino alle 23:00, il cielo è chiaro e limpido e ti sembra che le giornate durino più a lungo e, insomma, credi di poter fare più cose, ma in realtà le distanze fra un paese all'altro ti sembrano interminabili..e quando monti in macchina e parti, devi star attento alle auto che ti sfrecciano accanto (guida a sinistra!), agli alti cespugli ai lati delle strade, alle numerose mucche (una di queste ci ha tagliato la strada all'improvviso ed era spaventata più di noi), alle pecore e..ai segnali stradali! Ci ritornerei, per ritrovare, ancora, gli attimi di struggente beatitudine e di incantevole sintonia della mia verde Irlanda!
RoFi
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Quando arrivammo nel Connemara, il mio cuore e la mia mente vennero appagati dai paesaggi stupendi: dal verde più intenso al verde smeraldo, un gioco di sfumature cambiava a seconda della vegetazione. Cespugli e distese erbose che si perdevano in direzione del mare. Il freddo mare d'Irlanda che rifletteva la luce vivida del cielo cangiante...nuvole ondeggianti e bizzarre che si rincorrevano da una collina all'altra per sparire poi all'orizzonte e noi Max, Franz ed io che guardavamo le scogliere a picco, alle 6:00 di un mattino freddo, a sfidare il vento che sferzava a tratti l'erba alta e rigogliosa della piana che portava direttamente al mare, attraverso un piccolo sentiero segnato dai passi dell'uomo, rara presenza di quei luoghi dove la natura e la sua forza dirompente sovrasta tutto e segna il tuo cammino.
Qua e là poco lontano, mucche pezzate e pecore dal muso nero ci facevano comprendere che non eravamo soli, le poche case nei dintorni, piccole ma dall'aspetto curato e confortevole facevano immaginare la gelosa intimità delle famiglie che coraggiosamente vivevano così isolate dal resto mondo. Camminando per una stradina che conduceva a una piccola baia dove si scorgevano imbarcazioni di pescatori e qualche barca a vela, riuscimmo a intravedere un saluto affettuoso di un marito che salutava la moglie sulla soglia di casa e un gatto grigio, uno dei pochi visti in Irlanda, che si divertiva a cacciare un topo.
Al termine della passeggiata, tornammo nel giardino della nostra casa-vacanza per scaldarci (nonostante fossimo in estate!) con una buona e abbondante colazione all' irlandese, ma prima ci intrattenemmo ancora una volta con Lady, il cane collie giocherellone che si faceva rincorrere tenendo in bocca un grande cerchio che dovevi cercare di portargli via. Ci seguiva sempre e Franz correva con lei nella campagna, verso la scogliera, confondendosi tra l'erba alta.
Giornate indimenticabili, che ci hanno fatto "sentire" lo spirito irlandese e ci hanno regalato emozioni fino a tarda sera. Sì, perchè qui, fino alle 23:00, il cielo è chiaro e limpido e ti sembra che le giornate durino più a lungo e, insomma, credi di poter fare più cose, ma in realtà le distanze fra un paese all'altro ti sembrano interminabili..e quando monti in macchina e parti, devi star attento alle auto che ti sfrecciano accanto (guida a sinistra!), agli alti cespugli ai lati delle strade, alle numerose mucche (una di queste ci ha tagliato la strada all'improvviso ed era spaventata più di noi), alle pecore e..ai segnali stradali! Ci ritornerei, per ritrovare, ancora, gli attimi di struggente beatitudine e di incantevole sintonia della mia verde Irlanda!
RoFi
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